COMMENTI ALTRUI CHE MI RIGUARDANO
“…Leonardo Magnani si muove nelle parole con l’agio e il tormento di chi le vive nella forma di gioco e di giogo, insieme. Dipende, da vero poeta, dal loro dettare dentro : è parlato da esse e scritto dal loro pressare interiore che si fa esigente… Il gusto per le rime e le assonanze, per una poesia , cioè, che suona, non ha però niente a che vedere con quell’elogio del significante che tanto novecento in pensione, anche in questo nuovo millennio, ha praticato, e lasciato in eredità permanente; qui ci troviamo di fronte all’intemperanza bambina, infante e rockettara, dura appunto e fragrante, di un verso bislacco e inerme, belluino e tenero…” (dalla prefazione di Giacomo Trinci a “Per odio o per amore”, Marco del Bucchia Editore, 2010).
“…Quello che interessa maggiormente a Magnani – mi pare di capire – è soprattutto la possibilità di riuscire a pensare il reale attraverso la poesia ma senza voler fare, a tutti i costi, poesia “filosofica”. Il suo tono linguistico è sarcastico e/o lirico ma mai legato alla dimensione della “poesia che pensa” in astratto e senza esporsi in proprio, senza paura di mostrare la soggettività al lavoro…” (dalla prefazione di Giuseppe Panella a “Il prima e il dopo”, Montedit edizioni, 2007).
“La poesia di Leonardo Magnani scava nelle zone segrete, nell’essenza dello struggimento, nella buona sofferenza, nella percezione d’una inevitabile assenza da constatare… Come in un rituale poetico antirituale, estrapola pensieri sintetici, scarnificati, depurati fino all’essenziale…” (dalla prefazione di Massimo Barile a “Il prima e il dopo”, Montedit edizioni, 2007).